03 Mar Diamanti da investimento, dubbi e scarsa informazione.

Investire sui diamanti, tutto quello che devi sapere.

“Diamanti da investimento, dubbi e scarsa informazione”

da un’ inchiesta di Preziosa Magazine by Chiara Di Martino.

Per chi ha soldi ed è in cerca di un investimento da far fruttare il diamante sembra la soluzione giusta. sarà così?
Perchè non comprarlo in gioielleria? E il diamante sintetico, come cambierà il mercato?

Mercati azionari incerti e talvolta turbolenti, crisi di fiducia nell’immobiliare, asset con scarsi rendimenti o troppi rischi: in cosa può investire, allora, chi ha qualche risparmio da far fruttare? La risposta, ad oggi, sembra pressoché univoca: il diamante, ormai considerato come il “mattone” del Terzo Millennio. Rispetto ad altri beni, presenta una serie indubbia di vantaggi – indistruttibilità, rendimenti costanti, nessuna tassa sul reddito, sul capitale o di successione (soltanto l’Iva), vantaggi fiscali -, insomma un “bene rifugio” di tutto rispetto.

Ma a fronte di tutti questi pro, i contro quali sono? Districarsi nel settore dei diamanti da investimento richiede dunque la necessità di fornire una risposta a una lunga serie di domande. Per esempio: a chi conviene mettere piede in questo mercato che fino a poco tempo era riservato a una nicchia e oggi invece si allarga prepotentemente tra i risparmiatori? Dove si acquistano i diamanti? Quali sono i rischi dell’investire sui diamanti? Una volta in nostro possesso, la rivendita per il recupero dell’investimento è garantita e, se sì, in che modo? E quanto è inquinato il settore dalla diffusione sempre più massiccia di diamanti sintetici, quelli cioè prodotti non da un processo geologico, come quelli naturali, ma tecnologico?

Preziosa Magazine tenta di fornire una mappa per orientarsi in questo percorso irto di ostacoli. Andiamo con ordine e cominciamo dai numeri: nel 2015 il valore del mercato dei diamanti, in Italia, è cresciuto del 20%, passando da 190 a 230 milioni di euro (secondo stime riferite da Intermarket Diamond Business all’Adnkronos). Rispetto al 2013, il picco è addirittura del +78% (128 milioni). Si allarga il target degli investitori: il mercato dei diamanti diventa sempre più democratico, essendo un investimento possibile a partire dai 3.800 euro circa, cifre che non sono tassate né all’acquisto (Iva a parte) né alla rivendita.

Ma a chi rivolgersi? E qui prende forma la prima nebulosa: i più risponderanno “il diamante da investimento si acquista in banca”. La banca, in Italia, li procura attraverso società intermediarie – tre quelle principali, Diamond Private Investment, Diamond Love Bond e Intermarket Diamond Business (“che, per inciso, è socio aggregato di Confindustria Federorafi, la sigla che riunisce i produttori del settore orafo e facente capo all’Associazione degli industriali”) – che li selezionano presso determinate Borse diamanti. Il servizio è attivo attualmente in circa 22mila sportelli bancari (14mila con Dpi, 8mila con Idb) presso i quali l’investimento medio sui diamanti è di 20mila euro.  

A fronte di questo nuovo canale più antico e consolidato, è il mercato degli operatori, costellato da professionisti dell’ingrosso e del dettaglio, che offrono al consumatore pietre certificate di carature e qualità diversificate in base alle cifre e alle esigenze.

Ma alla fine, il diamante è un vero prodotto finanziario?
Approfiondiremo questo argomento nel prossimo articolo che pubblicheremo lunedì prossimo.

#staytuned …

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